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19 febbraio 2009

Dalla pubblica lettura del diario di Simonti Arianna, classe quinta C, apprendo che è diventata maggiorenne e non ha più bisogno della firma dei genitori, intende fare un provino per diventare velina.

Sai che novità.

Tutte le studentesse, indistintamente, sognano di far la velina.

Nessuna, indistintamente, sa cosa significhi il termine velina.

Tutte, con poche eccezioni, sono costrette a sognarlo e basta, poichè - causa un'alimentazione sregolata a base di merendine killer - sono irrimediabilmente chiattone dal culo grosso.

Quando dico che lo sognano tutte, intendo tutte. Anche le più secchione, le più sofisticate, le più cozze - insomma anche quelle che, se avessero un minimo di buon senso, capirebbero di essere inadatte o destinate a qualcosa di meglio - desiderano fare la velina (e dall'altra parte se avessero buon senso non proverebbero quel desiderio).

Dopo un sondaggio che ho condotto a tappeto su centinaia di studentesse posso affermare con assoluta sicurezza che in tutta Italia non ne esiste una che sappia che "velina" è un termine tecnico delle redazioni dei quotidiani. Quando provo a spiegare loro non solo la parola, ma anche il fatto che desiderare fortemente qualcosa significa impegnarsi, studiare e conoscere a fondo ciò che si vuole, in tutti i particolari, ottengo in risposta uno splendido sguardo vuoto. Sollecitate a esprimersi su queste profonde riflessioni, rimarcano in genere due concetti e cioè che le ragazze come loro ma che hanno successo in televisione lo devono:
a) a una botta di culo clamorosa
b) al fatto di averla data e concessa generosamente a destra e a manca.
Su quest'ultimo punto traspare poi chiaramente la ferma intenzione di agire nello stesso modo, caso mai l'occasione capitasse anche a loro.

"Per andare al Grande Fratello non c'è mica bisogno di tanta preparazione" mi ribattono.

Inutile dire che di George Orwell e di 1984 nessuno sa nulla.

Poichè sono carogna, non ho per fortuna nessun rimorso a far loro notare che sono tutte ragazze snelle e graziose. Finchè rimangono sedute al banco. Non appena si alzano in piedi, mettono in mostra due cosce a prosciutto e un sedere a balena; non contente, poichè impera la moda di andare in giro a pancia scoperta, anche qualche bel rotolo di grasso maialesco. C'è una leggera differenza con i fisici che si vedono in tv, faccio notare, e d'altra parte un'alimentazione a base di grassi saturi e bevande dolciastre, come quelle che vedo imperare durante la ricreazione, non può produrre risultati diversi.

"Ma in televisione le aggiustano per farle apparire così" pigolano imbarazzate.

Per evitarmi un altro sguardo vuoto, rinuncio a spiegare cosa significhi il sacrificio per ottenere un risultato. Faccio invece mentalmente una tacca per ognuna di loro che vedo destinata al ruolo di casalinga bulimica, divisa tra il frigorifero e il televisore, dedita a ingozzarsi mentre guarda con rimpianto quelle che hanno avuto una botta di culo.