sabato 23 gennaio 2010

venerdì 22 gennaio 2010

giovedì 21 gennaio 2010

C'era una volta Marcello...

(...) Perciò forse basta ricordare il curriculum recente dell'allenatore toscano. Arriva alla Juve nel 1994-95. E vince subito lo scudetto. Ne vincerà altri due, nel '97 e nel '98, insieme con una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale. Quando arriva all'Inter è probabilmente l'allenatore più desiderato del mondo. Il suo albo d'oro in nerazzurro è un po' meno glorioso: al termine del primo anno accede alla Champions League solo battendo il Parma allo spareggio che gli vale la stentata riconferma, esattamente com'era successo con Simoni (dire che la sua Inter giocasse un brutto calcio è un complimento assai generoso. Anzi, dire che giocasse a calcio è già troppo). Il secondo anno, l'Inter viene eliminata ai preliminari di Champions League dai mai più visti svedesi dell'Helsinborgs. Dopodichè esordisce in campionato perdendo a Reggio Calabria e Lippi viene esonerato dopo la famosa intervista sui giocatori da prendere a calci e sull'allenatore che sarebbe da licenziare. Tocca a Tardelli, ct campione d'Europa con la Nazionale Under 21. Tornato alla Juve, Lippi ha già vinto altri due scudetti e ha perso la Coppa dei Campioni in finale ai rigori.

Serve dire altro? Forse sì, ma pochissimo. Innanzitutto che la campagna acquisti del primo anno lippiano costa 133 miliardi. Servono a portare all'Inter Vieri, Peruzzi, Seedorf, Cordoba, Panucci, Di Biagio, Blanc, Mutu, Jugovic, Georgatos, Domoraud, Ferron e Michele Serena. A parte alcuni casi, che siete in grado di individuare benissimo da soli, non sono esattamente dei giocatori mediocri. Ma questo non fa nessuna differenza, dal punto di vista del gioco e dei risultati.

La seconda cosa che vale la pena dire è che per ottenere Vieri l'Inter deve dare alla Lazio 46 miliardi di lire più un giocatore, a scelta tra Paulo Sousa e Simeone. Moratti lascia la scelta a Lippi, che decide di spedire l'argentino e tenersi il portoghese. Prima di fare qualsiasi commento, aspettate di leggere la terza cosa che vale la pena di ricordare: la campagna acquisti per il secondo anno di Lippi allenatore. Eccola: Hakan Sukur, Robbie Keane, Vampeta, Farinos, Ferrari, Brocchi, Cirillo, Macellari, Padalino, Robbiati, Lombardi e Ballotta (valore totale 79 miliardi e mezzo).

E' evidente a tutti che tra una campagna acquisti e l'altra l'infallibile frullacervelli Morattimatic ha girato a pieno regime, ma attenzione.

Quando viene chiesto a Lippi di scegliere tra Sousa e Simeone, il frullatore non è ancora partito: l'allenatore è appena arrivato, il suo cervello è ancora funzionante. Eppure fa la scelta suicida di tenersi Paulo Sousa. Certo, tutti sapevano che Simeone e Ronaldo non si potevano sopportare. Certo, gira voce che al termine della famosa partita del rigore di Iuliano, Simeone avesse tentato di aggredire Lippi nel tunnel dello stadio. Certo, non è un mistero che Lippi, come molti allenatori reduci da vittorie, ha commesso l'errore di puntare su impresentabili fedelissimi (come lo spompato Jugovic, pallida ombra dello strepitoso giocatore della Juve). Perciò la domanda è automatica: quanto conta una società nelle scelte di un allenatore? Detta in un altro modo: un Moggi o un Galliani avrebbero mai lasciato partire il Cholo? (Risposta: forse sì. Lo hanno fatto per esempio con Henry o con Davids. Ma è successo molto meno di frequente che all'Inter, come potrete leggere nel capitolo dedicato appositamente a questo tema).

Insomma: se Lippi (o qualsiasi allenatore) commette un errore clamoroso di valutazione, ci vuole qualcun altro in società che lo segua da vicino, avendo la competenza e l'autorità per intervenire e bloccare certe decisioni folli (vogliamo parlare di come Lippi è stato consentito gestire Roberto Baggio?). Ed è un gioco troppo facile dire che, in una società che si tiene ben stretto per anni Recoba, giudicandolo uno dei più grandi giocatori del mondo, ci sono poche speranze che ciò si verifichi.

La prova è l'esilarante caso Sukur. Già ai tempi della Juve Lippo lo voleva. Eppure, guarda caso, a Torino non è andato. Ma quando il Marcello ci ha riprovato, a Milano, ce l'ha fatta. Sarà un caso? Nessuno dice che Lippi non capisce nulla di calcio. Però anche lui sbaglia più di quanto non si creda (e la campagna acquisti per la sua seconda, monca stagione nerazzurra ne è la dimostrazione).

Conclusione: senza un'adeguata protezione della società, un allenatore che è noto per avere auto la famosa "carta bianca", ma non vince nè dà spettacolo, passa in poco tempo da genio a incapace. Regaliamoci due esempi, così tanto per gradire. Il 7 noembre 1999, l'Inter va a Bologna, per giocare contro la squadra che ha il peggior attacco del campionato. Finisce 3-0 per i padroni di casa. Cronaca della Gazzetta: "Mai in partita, capaci di effettuare il primo tiro nello specchio della porta al 43' della ripresa, i neroazzurri perdono a tutti i livelli (...). E' giusto che Lippi si assuma le sue responsabilità, a cominciare dalle scelte (...). E' lecito chiedersi se valga la pena di insistere su un centrocampo così male assortito, che si poggia su due ostinate scommesse del grande passato, ma dall'incerto presente come Sousa e Jugovic, senza trascurare i dubbi su una difesa a tre". Infine, un'osservazione d'attualità "Lippi cerca di correre ai ripari togliendo lo spento e già ammonito Di Biagio, per inserire Moriero sulla destra, col conseguente accentramento di Zanetti". Ovvero la stessa mossa di Cuper nel derby perso a ottobre 2003 e causa di tante critiche.

Ah, i corsi e ricorsi. Gli stessi in cui ci si imbatte il 9 aprile 2000, 29° giornata. L'Inter va a Udine e, senza vedere mai la palla, perde 3-0. Cronaca della Gazzetta: "In campi l'Udinese correva il doppio, arrivava prima su ogni pallone". Una sconfitta nel più classico stile Inter. Regalando cioè una giornata di gloria a un giocatore che prima di incontrare i nerazzurri era universalmente considerato a dir poco mediocre, e che dopo l'Inter farà nuovamente di tutto per meritarsi tale giudizio: il centravanti-iradiddio-per-un-giorno argentino Roberto Sosa, autore di tutti i tre gol...

mercoledì 20 gennaio 2010

Tra vecchi e nuovi

Ieri è riniziato Zelig con nuovi e vecchi comici che hanno trattenuto il pubblico dignitosamente.

Uno tra i comici che mi ha divertito di più è Massimo Bagnato, dove sottolinea come siamo attratti dal partecipare ad alcune attività senza senso fatte in televisione per intrattenere il pubblico.



Un altro comico relativamente nuovo, Giuseppe Giacobazzi, parla invece delle difficoltà che trova l'uomo a fare la spesa.



Un altro ancora, ormai storico, è Leonardo Manera, che parla delle banche... e non voglio aggiungere nessun commento.

martedì 19 gennaio 2010

Questa volta niente sciopero

La scorsa settimana la puntata di Mai Dire non è andata in onda perchè c'è stato uno sciopero di mediaset... ma, menomale, sono tornati, con l'ennesima puntata esilarante.

Parte 1 - Daniele "Addio Daniele"; Diretta; George "Le ultime gesta del principe"


Parte 2 - Mauro "Un diamante per Sarah"; George "L'uscita del principe"


Parte 3 - Diretta; Mauro "Canzone per Sarah"


Parte 4 - Massimo "L'esilio del pitbull"; Mauro "Chi la fa l'aspetti"


Parte 5 - Provini

lunedì 18 gennaio 2010

domenica 17 gennaio 2010

Le stranezze dell'Inter

Ieri sera ho accennato una delle grandi stranezze dell'Inter... vincere partite impossibili, e farsi contraddine in poco tempo.

La partita memorabile è Arsenal - Inter finita 0-3... un risultato storico.

La partita fu giocata il 17 settembre 2003, con la seguente formazione: Toldo; J. Zanetti, F. Cannavaro, Materazzi, Cordoba; Van Der Meyde, C. Zanetti, Emre, Kily Gonzales; Martins, Cruz (All. Cuper). Giocarono anche Helveg, Luciano, Kallon.

I marcatori furono Cruz al 21' del pt, Van Der Meyde al 24' del pt e Martins al 41' del pt.

Qui sotto vi riporto gli unici filmati che ho trovato (ovvero i primi due gol).

1° gol - Cruz


2° gol - Van Der Meyde


Per le contraddizioni, il solito anno l'inter giocò in modo orrendo il ritorno del girone di Champions, e subì una disfatta ancora più grande in casa dall'Arsenal.

Infatti il 25 novembre del 2003 l'Inter subì un 5 a 1 in casa propria contro l'Arsenal, con i seguenti marcatori: 25' Henry, 32' Vieri, 49’ Lijunberg, 84’ Henry, 87’ Edu, 89’ Pires.

La disfatta forse fu anche causata dal fatto che la formazione era ben diversa dall'andata, visto anche il cambio di allenatore che ci fu (non c'era più Cuper ma Zaccheroni).

Infatti giocarono: Toldo; Cordoba, Materazzi, Cannavaro; J.Zanetti, C. Zanetti, Lamouchi, Brechet; Martins, Vieri, Van der Meyde. (12 Fontana, 15 Adani, 8 Almeyda, 11 Luciano, 18 Kily Gonzales, 30 Cruz). All. Zaccheroni

L'unico filmato trovato è questo gol di Henry in contropiede... simbolo di tutta la partita.