mercoledì 26 dicembre 2012

Auguri a tutti!!

Dopo tanto tempo che non scrivo in questo blog, è arrivato il momento di postare qualcosa... e visto che siamo in giorni di feste, vi auguro a voi lettori i miei auguri di natale e di buon anno.

Per fare ciò, aggiungo anche una canzone che mi piace molto, che sicuramente vi metterà l'allegria giusta per passare questi giorni dell'anno. Di nuovo auguri a tutti!!

lunedì 19 novembre 2012

L'amore al tempo del trash

Si chiama "Uomini e Donne versione Over", va in onda su Canale 5 e se ci fosse un Oscar tv del cattivo gusto sarebbe suo per diritto.

Con la scusa che l'amore non ha età, Maria De Filippi ha infatti aperto il suo programma ai corteggiamenti fra anziani, mostrando il grottesco della passione al tempo del catetere.

Sullo schermo, ammaestrati dalla stessa De Filippi, sfilano infatti nonnetti sdentati fatti vestire da maghi Zurlì per conquistare vedove ciurmate come Loredane Bertè della mutua; pensionati truccati da Tarzan per sedurre zitelle che rimandano a Cita pure senza trucco.

Una sagra del cattivo gusto, a ignorare che l'amore è sottovoce. Ma in fondo la De Filippi niente ha inventato.

Da Vermicino ad Avetrana, il mostruoso in tv ha sempre garantito audience. E Nostra Signora del Trash altro non fa che copiare il mostruoso dei circhi dell'800, quelli che sfangavano la vita mettendo in mostra donne pelose e uomini tigre.

"Ma anche la donna cannone ha diritto all'amore", si potrebbe obiettare pensando alla più bella canzone d'amore mai scritta.

Vero. Se non fosse che fra poesia e cinismo c'è un baratro. Lo stesso che separa la ballata di De Gregori da "Uomini e Donne".

martedì 16 ottobre 2012

Telecom merda - Atto VII - Passaggio a fastweb

Eccoci al dunque... ovvero alla concorrenza di Telecom: Fastweb.

Ma sarà meglio di Telecom? Guardare per credere... dico solo che questo video è stato censurato in passato proprio da Fastweb (fate voi). Questo è per ora l'ultimo video della serie... vedremo in futuro cosa succederà.

lunedì 15 ottobre 2012

Telecom merda - Atto VI - Pazienza finita

Per un computer, la linea 20 MB e telefonate fisse per più di 350 euro è possibile? Sì, solo con telecom (forse).

Oggi addirittura c'è una testimonianza di un altro che è sotto telecom... in tutti i sensi: senza servizi, ma fatturati regolarmente.

E allora, dopo l'ennesima sclerata, è giunta l'ora di passare alla concorrenza... FASTWEB!! Ma andrà meglio?

domenica 14 ottobre 2012

Telecom merda - Atto V - Non pago!

Ancora il modem non arriva, ma le bollette ormai sono a dir poco salate (326 a bimestre).

Il nostro "amico" ormai ha deciso: sfidarli sui soldi... non pagare la bolletta fino a che non si ha quello che si deve.

Che poi non si sta chiedendo la luna, visto che il servizio italiano fa schifo, a confronto con gli altri paesi che sembrano distanti annni luce.

sabato 13 ottobre 2012

Telecom merda - Atto IV - La redenzione?

Ancora oggi andiamo avanti con i soliti problemi della Telecom, che appare sempre più un mostro da sconfiggere... ma impossibile da battere.

Infatti, siamo rimasti che il modem non viene spedito, anche se già paghi il servizio. Allora scatta l'ovvia ribelione, ma....

... E sì, qui telecom sfodera l'asso nella manica: prima ti fa credere di esser riuscito ad avere quel che vuoi, ma in realtà ha ulteriormente girato il coltello nella manica.

Infatti, per farsi perdonare, oltre al modem (che però continuerà a tardare) ti mandano un computer portatile, che si rileverà un buon computer (stranamente), facendolo pagare anche a rate per rendere il pagamento di un'ulteriore "accessorio" non richiesto molto più accessibile... peccato che il costo totale è molto superiore a quello di mercato.

Quindi, il risultato è che ti vende cose che non volevi e a prezzi da galera!! Tutte cose che ti accorgi successivamente.

Ecco a voi il proseguo dell'Odissea...

venerdì 12 ottobre 2012

Telecom merda - Atto III - Gli pesa il culo

Eccoci al III° atto della saga "Telecom merda"... e in questo caso siamo alle prese con i ritardi!!

Perchè la bolletta arriverà puntuale, ma per portarti un modem osceno o altri accessori l'odissea è infinita... tanto vale andare a prendersela (a sapere dove).

E intanto continui a pagare una cosa che non hai... questa è Telecom!!

giovedì 11 ottobre 2012

Telecom merda - Atto II - la fuga

Ecco, come promesso, la "tragedia Telecom" che affligge molti utenti, che però devono prendere atto del diservizio, visto che i concorrenti non se la passano bene... anzi, chi cambia gestore se ne pente e non aspetta altro che un call center che lo contatti per tornare a Telecom!!

In questo servizio (vecchiotto ormai), si tratta del problema della diffusione della rete ADSL in Italia: purtroppo ancora oggi non c'è la copertura totale!!

Costretti a viaggiare alla velocità delle lumache, mentre in altri paesi sono già alla velocità della luce!!

Il video si conclude con una fuga: nuova inruzzione alla Telecom di Bibbiena e arrivo a sorpresa dei tecnici, che pensando fosse arrivata striscia, cacciano il "tartassato-telecom".

mercoledì 10 ottobre 2012

Telecom merda - Atto I - Non c'è un cane

Ciao a tutti, ritorno dopo un po' di tempo a scrivere in questo blog ormai lasciato al margine del mio passatempo, forse perchè gigioneggio su altre cose o non so...

Ma ora in questi giorni ho preso l'impegno a di scrivere di frequente almeno nel breve termine... anche perchè ho trovato uno che ha voluto far diffondere il profondo malessere di tutti gli italiani contro la Telecom, che ha queste due caratteristiche:
- servizio nazionale di telefonia scadente come quella di un paese sottosviluppato
- la migliore compagnia italiana di telefonia.

Queste due caratteristiche mescolate insieme sono diaboliche... quindi non ci tocca che imprecare all'infinito.

Vi riporto nei prossimi post le disavventure di un "youtuber", che si imbatte sulla lentezza della linea internet.

Nel primo atto si vede che uno dei punti di forza di Telecom, che dovrebbe essere l'assistenza al cliente, è veramente scadente... o meglio ASSENTE (ma gli altri non sono meglio).

Guardate... e sappiate che più si andrà avanti e più ci sarà da ridere (o da piangere, fate voi). Vi annuncio che nell'ultimo video si vedrà cosa succede se si cambia gestore!!! Ma ora vi lascio al primo video.

lunedì 10 settembre 2012

Il baratto a tavola

L’idea, a dire il vero, non è nuovissima. Anzi, è antica come l’uomo, sa di caverne e di clave: pagare un bene con un altro. Mele con pane, o il servigio di un Azzeccagarbugli qualsiasi con i quattro capponi di manzoniana memoria.


Baratto. Che in tempi di crisi può tornare d’attualità: lo rilancia come forma di moneta un ristorante fiorentino.

A dirla tutta, anche l’oste gigliato è stato bruciato sul tempo, ci aveva pensato una settimana fa un suo collega di Chicago. Però la primogenitura nostrana va riconosciuta ai titolare dell’osteria “L’è maiala”, colorita espressione popolana a significare un contesto negativo.

Nomen omen, insomma: e siccome la crisi porta via la gente dalle tavole imbandite, eccoti servita la formula simpatica e ruffiana, per la gioia di chi ha lanciato su facebook la pagina “quelli che vogliono il baratto come forma di pagamento”.

Quando si prenota, ci si accorda con il titolare sul bene da fornire per il pagamento: l’avviso sul web parla di primizie contadine, ma anche di artigianato locale, antiquariato e modernariato, oggetti di bricolage e di design. Il prezzo, a discrezione dell’oste.

Insomma, la tovaglia della nonna per una braciola. Problema: per un piatto al tartufo, dovrò sborsare un Ricasso? Nel dubbio, si accettano anche gli euro.

martedì 4 settembre 2012

Cose dell'altro mondo, ovvero italiana!! (... scusate l'attesa)

Rieccomi... non ero morto, è solo che non ho trovato il tempo di scrivere in questo blog.

Gli impegni sono stati tanti (esami, tornei, vacanze, lavoro...) e non sono mai riuscito a trovare cose interessanti da riscrivere, e quando le trovavo non avevo tempo di riportarle.

Ho trovato ora del tempo proprio perchè siamo al rientro vacanze, e quindi gli impegni sono anche minori.

Vi riporto la stravagante vicenda che è capitata questo ultimo weekend... roba AGGHIACCIANTE!! (irreale... se non fossimo in Italia)

"Riccione in campo? Arrivano due team La nuova proprietà: «Andiamo avanti» Dopo il rinvio della partita di domenica contro il Tuttocuoio, va avanti la querelle nella cittadina romagnola. Domenica arriverà la Pistoiese

RICCIONE (Rn) - Fosse accaduto tra gli amatori, un caso del genere avrebbe persino generato un sorriso, ma la serie D è calcio nazionale e la vicenda davvero grottesca. Ieri a San Miniato, in provincia di Pisa, è saltata la partita fra il Tuttocuoio, squadra della frazione di Ponte a Egola, e il Riccione. Si sono presentate due squadre della cittadina romagnola e per l’arbitro Ramy Ibrahim Kamal Jounnes di Torino, medico di origini egiziane, è stato impossibile determinare quale fosse titolata a giocare. Momenti di tensione, i calciatori delle due Riccione si affrontano non solo verbalmente, vola persino qualche schiaffo e spintone, la litigata prosegue sino all’intervento dei carabinieri, alla fine il commissario di campo decide che la partita non si svolge.

LA DIATRIBA - Un primo Riccione arriva allo stadio Leporaia poco dopo l’ora di pranzo, capeggiato da Paolo Croatti, l’amministratore delegato che firma pure i contratti di una decina di calciatori, accolti nello spogliatoio ospite. L’allenatore doveva essere Giampaolo Pascucci, già tecnico della Perla Verde nell’ultimo lustro. Ma ancora non ha trovato l’accordo, così a referto si mette lo stesso ad, supportato dall’imprenditore Aquilino Di Tora (tuttora presidente del Real Rimini). Manca persino il massaggiatore. Un quarto d’ora dopo, al cancello dello stadio si presenta un altro pullman, con giocatori e dirigenti differenti. «Il vero Riccione siamo noi», dice convinto il ds Lauro Galli, spalleggiato dal presidente Giorgio Bonardi e da mister Sandro Ciuffetelli, ex Novara e Ravenna, al debutto da allenatore e già sceso in campo con la maglia biancoceleste in Coppa Italia. Il secondo gruppo però è costretto ad attendere fuori dall’impianto, poichè lo spogliatoio è già occupato dai colleghi. La prima comitiva era partita dall’hotel Kent di Miramare e ha bruciato sul tempo l’altra, radunata allo stadio Nicoletti.

SCONFITTA A TAVOLINO - La bizzarra sovrapposizione era nell’aria, al punto che il presidente della Lega nazionale dilettanti Carlo Tavecchio aveva inviato il commissario di campo: in linea di principio, la stessa società si era presentata con un numero eccessivo di atleti, invano il delegato ha provato a far ragionare le parti. L’arbitro Ibrahim Kamal Jouness di Torino ha aspettato i canonici 45 minuti per procedere al riconoscimento delle squadre, ma l’accordo non c’è stato e poco prima delle 16 ha deciso ufficialmente di non far giocare la gara. Ora spetterà al giudice sportivo decidere se la partita dovrà essere rigiocata (e da chi), ma più probabilmente verrà attribuita la vittoria a tavolino ai toscani. Sarà attivato l’ufficio indagini della Figc e il Riccione rischia pure una penalizzazione: domenica dovrebbe ospitare la Pistoiese e la situazione potrebbe ripresentarsi.

IL CAOS DELL’ESTATE - Si è arrivati a questo punto poiché la cordata di Galli e Bonardi in estate ha chiesto una srl, chiedendo aiuto a Pasquale Orefice e allo stesso traghettatore Aquilino Di Tora: «Ci hanno prestato 20mila euro per l’iscrizione – ha spiegato a Il Vostro Lauro Galli – e 30mila per la fidejussione. In cambio avevano il 75% delle quote, ma avevamo tempo sino al 30 di settembre per restituire la somma, all’improvviso ci hanno messo fretta». La scorsa settimana i soldi non sono stati restituiti e così Paolo Croatti si è autodichiarato ad della società calcistica della Perla Verde, nominando Agostino Rispoli ds, mentre la formazione di Ciuffetelli continuava ad allenarsi come sempre, a Rivazzurra. «La macchina senza patente non si può guidare – diceva Di Tora, alla vigilia del debutto in campionato -, abbiamo aspettato sino all’ultimo ma i soldi non sono arrivati dunque andremo avanti noi».

IL TEMPO STRINGE - Bastano quattro partite perse a tavolino per essere radiati. «Si tratta fra commercialisti – spiega Galli, che aveva già gestito il Riccione negli ultimi tre mesi della scorsa stagione -, entro martedì pomeriggio dovremmo arrivare alla sistemazione definitiva. La federazione ha ricevuto l’iscrizione il 15 luglio, con i nostri nominativi, i giocatori si sono allenati per 40 giorni. Per variare assetti societari, occorre convocare l’assemblea, uno non può alzarsi la mattina e dichiararsi proprietario… Liquideremo presto la controparte, prelevandone le quote». Nel 2013 il Riccione festeggerà il cinquantenario, un motivo di più per evitare altre figuracce. «Speriamo che le cose si sistemino – dice il sindaco Massimo Pironi -, per il bene del paese». Domenica pomeriggio sembrava davvero di essere al cinema: spettatori di un film comico.

domenica 15 aprile 2012

La poesia di Simone Magli recensita da Roberto Carifi. Premi e riconoscimenti

"Quando dal cuore / mi nasce la poesia, quando l'assoluto / immortala il mio tempo, la vita è una donna / che fa vibrare le corde del mio animo in estasi".

Uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, Roberto Carifi, segue con attenzione l'evoluzione poetica di un giovane pistoiese, Simone Magli, cui dedica nel numero di aprile di "Poesia", uno spazio in cui analizza la sua trasformazione, dove "il dolore del buio" interiore di Simone si apre, lasciandosi alle spalle le poesie mosse dalla negatività - osserva Carifi - dove la scrittura appariva "quasi depressiva, contratta". "Simone Magli - scrive Carifi - è un giovane pistoiese di cui mi sono sempre interessato, trovando in lui ottime qualità poetiche. Ora - osserva il poeta - ci sono degli spazi aperti, l'apertura è il luogo preferito del poeta, "quest'infinito momento" dove prevale la donazione, il ringraziamento, per quanto Simone non dimentichi mai, anche noi non lo dimentichiamo, che il dolore è la linfa della vita. La compassione è la più alta delle virtù, e ne troviano tanta nei nuovi versi di Simone Magli".

Queste parole sono senza'altro il premio migliore per Simone che continua, comunque, a mietere successi nei concorsi a cui prendere parte. Si è classificato terzo (sezione aforismi) al Premio Nazionale di Filosofia di Certaldo, dove sarà premiato il 20 maggio e la rivista bimestrale "Osservatorio Letterario" ha pubblicato tre sue liriche tra cui "Eterno": "Camminerò al buio sui tuoi passi / fino a che non si volterà il tuo sorriso / a confermarmi che non è stato tutto vano".

E' stato segnalato al XXIII Concorso di poesia "Sabatino Circi" di Rieti sul tema della Patria con "Notte Bianca". "...Incisi il poetare sul cuore del borgo / e due ali di vento mi portano in cielo".
In tutte le librerie e dal suo blog (www.simonemagli.blogspot.com) infine, c'è un essenziale libretto di Magli che si intitola "La solitudine di certi voli": "Ho colto un giglio / sul fondo del mare. Esemplare raro /mi sorride. Dolcemete ha compreso / il mio immobile / bisogno d'amore".

venerdì 13 aprile 2012

Trota lo statista

Luigi Lusi è l'ex tesoriere della Margherita che ha sottratto al partito qualcosa come 13 milione di euro. Da quando è stato scoperto gira per il Senato senza la benché minima idea di dimettersi.

Nemmeno Filippo Penati, ex braccio destro di Bersani, ha idea di mollare. E' indagato per corruzione e concussione, ma di lasciare il consiglio regionale della Lombardia non ci pensava proprio.

Le cose non vanno diversamente nel centrodestra. Claudio Scajola pare sia ancora a chiedersi chi gli abbia pagato l'appartamento vista Colosseo, ma non è mai sfiorato dall'idea di dimettersi dal Parlamento.

Così come Alfonso Papa, che è stato in carcere per concussione, e Nicola Cosentino, che in prigione non c'è stato nonostante l'accusa infamante di collusione con la camorra.

Ma in quale buca morale è scivolata la Politica se persino un tipo improbabile come il Trota (quello che "la Leaga ce l'ha d'oro!") arriva a dare lezioni etiche a tutti costoro e a molti altri ancora?

sabato 7 aprile 2012

Contromano

Per snellire il traffico, il Ministero dei Trasporti ha dato parere positivo perchè le biciclette possano viaggiare contromano nei centri cittadini.

Si suv chi può, verrebbe da dire, pensando che così facendo si può andare anche contro un bus.

Ma in fondo non è una sorpresa. Questo è un Paese abituato a viaggiare contromano.

A un'anziana taglia la pensione da 800 a 600 euro spingendola al suicidio mentre ai partiti, da Rifondazione al Pdl, aumenta i rimborsi elettorali del mille per cento; alla gente comune impone sacrifici immediati mentre agli ex presidenti della Camera Violante e Bertinotti li rinvia di dieci anni; i tartassati fiscali veri, ovvero tutti i dipendenti a busta paga, subiscono in silenzio il salasso, mentre i privilegiati come Sabrina Ferilli strillano contro lo Stato che "tassa troppo i ricchi".

Un Paese in perenne controsenso etico. Com'era pensabile che solo le biciclette potessero restare nelle regole?

domenica 4 marzo 2012

Costa Concordia show

I nove indagati non c'erano e anche di naufraghi non se ne sono visti molti. In compenso, ieri a Grosseto c'era una legione di giornalisti e una folla di curiosi. Tutti insieme a dare vita al "Costa Concordia show".

Sì, l'incidente probatorio, che i giudici non a caso avevano organizzato in un teatro, si è da subito trasformato in un banale happening mediatico.

Misteri da svelare non ce n'erano, tantomeno il bisogno di testimoniare qualsivoglia solidarietà.

Quella folla era lì, semplicemente, come qualche mese prima aveva presenziato ad Avetrana davanti al cancello di zio Michele e, prima ancora, a Cogne o a Garlasco.

Il turismo delle tragedie, che ruzza con la morte come se il dolore fosse solo un ingrediente naif del reality chiamato vita.

Dicono ci sia una chiave per leggere tutte le cose: nel caso, l'impressione è che questo sia un Paese che ama guardare le cose dal buco della serratura.

Il buongusto? In rotta di collisione con un'Italia alla deriva.

giovedì 1 marzo 2012

Censimento 2011: pistoiesi residenti a Viareggio a rischio multa

Rischiano grosso quei pistoiesi (e non solo loro) che, pur abitando e lavorando in città, hanno la residenza a Viareggio e ancora non hanno consegnato il censimento 2011 sulla popolazione.

Il comune della città versiliese ha infatti tutta l'intenzione di multare e cancellare dalle liste anagrafiche i cittadini che ancora non hanno presentato i moduli.

La conseguenza, per chi ha la residenza a Viareggio (si calcola che i pistoiesi siano davvero tanti, come anche i pratesi e i fiorentini) è quella di dover pagare più tributi comunali, dalla tariffa ai rifiuti ambientali all'Imu, non più calcolata come prima casa.

In pratica una vera e propria stangata fiscale, effetto di meccanismi automatici previsti per legge.

Il tempo per mettersi in regola sta ormai per scadere: l'amministrazione comunale di Viareggio ha fissato la chiusura definitiva del censimento per il 10 marzo.

Più che la minaccia teorica della maxi multa, a spaventare i ritardatari dovrebbe essere la perdita della residenza, con quel che ne consegue sul piano fiscale. L'abitazione passa infatti da prima a seconda casa e i vari tributi aumentano notevolmente.

mercoledì 29 febbraio 2012

L'Italia di Superciuk

Ma è ancora accettabile che, nel Paese con gli stipendi più bassi di Europa (e nonostante ciò molti non arrivano a prenderli), il capo delle carceri guadagli il doppio di Obama, i commessi del Senato più del re di Spagna e (da qui, forse, il boom delle mozzarelle in carrozza alla buvette) e molti consiglieri regionali sian più ricchi di Sarkosy?
Pugni nello stomaco. Anche perchè il salasso fiscale per mantenere tutto ciò, non accenna a fermarsi: la benzina è tassata al 65%, pagheremo per la casa dove abitiamo e a marzo l'Irpef regionale ci dissanguerà.
Una situazione scellerata. Come se la filosofia economica del periodo, più che da Galabraith o da Milton Friedman fosse mutuata da Superciuk. Ricordate? Nei fumetti di Alan Ford, era il supereroe alla rovescia che rubava ai poveri per dare ai ricchi.
L'Italia di oggi sembra ispirarsi proprio da lì: spremere la gente comune per perpetuare privilegi a politici autoreferenziali e papaveri di Stato.
La sola differenza è che nell'Italia-Superciuk nessuno ruba ma tutto è perfettamente legale. Un Paese più o meno caricaturale persino di un fumetto.

martedì 21 febbraio 2012

Ricchezza - l'importanza di programmare a lungo termine

C’era, in California, un paesino molto arido, nel quale mancava spesso l’acqua. Ce n’era a sufficienza per tutti solo quando pioveva, cosa che accadeva assai di rado. Data la situazione, il sindaco decise di indire un appalto per la fornitura idrica dal quale risultarono vincitori a pari merito due concorrenti di nome John e Richard.

Uno dei due, John, si mise subito al lavoro. Tutte le mattine si alzava, prendeva due secchi, andava al fiume, li riempiva, li portava nella cittadina e li versava in un pozzo. Così, pian piano, lavorando dalla mattina alla sera e dal lunedì al venerdì, arrivò a riempirlo, dopodiché cominciò a vendere ogni secchio d’acqua al prezzo di un dollaro. C’erano centinaia di persone da rifornire ogni giorno in paese e, per questo, John iniziò ad accumulare una discreta quantità di denaro.

Richard, invece, scomparve per un po’. Il sindaco non vide la cosa di buon occhio, perché sperava si creasse una sana concorrenza fra i due, a tutto vantaggio dell’efficienza del servizio e della qualità dell’acqua. Ciò però non accade sin dall’inizio e John, che era rimasto, ne era ben contento. Continuò a fare il suo lavoro e a guadagnare un bel po’ di soldi.

Tuttavia, dopo sei mesi, a sorpresa tornò Richard e tutti si chiesero dove fosse stato. Raccontò di essere stato a Los Angeles, una grande città, alla ricerca di soci finanziatori. Una volta raggiunto un accordo e tornato in paese, formò una nutrita squadra di operai e fece costruire un lungo acquedotto che dal fiume portava l’acqua direttamente al pozzo del paese.

Quindi, sette mesi dopo la vincita dell’appalto, Richard era in grado di offrire, con ottima efficienza, acqua pulitissima e, in più, a un quarto del prezzo a cui John vendeva acqua non perfettamente pura. Inoltre, grazie all’acquedotto, poteva fornirla non solo di giorno ma anche di notte e sette giorni su sette. A quel punto, ovviamente, tutti iniziarono a comprare l’acqua da Richard.

John cosa fece? Non rimase certo con le mani in mano: non voleva vedere andar perso tutto il lavoro che aveva fatto per sei mesi con grande fatica, né permettere che Richard gli soffiasse l’impiego con tanta facilità. Allora cosa pensò di fare? Stabilì di vendere l’acqua a un prezzo inferiore rispetto a quello praticato da Richard. Acquistò altri due secchi e iniziò a caricarsi quattro secchi alla volta, facendo veramente una fatica immensa.

Per alleggerirsi un po’ decise di assumere i figli in modo che coprissero i turni di notte e il week-end. A questo punto anche lui arrivò a fornire abbastanza acqua per tutti e riuscì a riconquistarsi qualche cliente che voleva spendere di meno. Purtroppo non poté durare, perché John aveva coinvolto l’intera famiglia in un’attività pesantissima, senza riposo e tutto per pochi spiccioli.

Richard, intanto, lavorava comodamente seduto a una scrivania, aveva i suoi spazi per rilassarsi e andava in vacanza, quindi si godeva la vita grazie ai soldi che gli arrivano in quantità, senza faticare più di tanto. In più non tenne fermo il suo denaro, lo investì e, visto che l’affare andava così bene, decise di costruire altri acquedotti per rifornire di acqua tutti i paesi vicini. Ebbe un tale successo che poté permettersi di abbassare ancora il prezzo dell’acqua. Infatti, anche se avesse guadagnato un solo centesimo per ciascun secchio d’acqua, poteva comunque contare su un tal numero di richieste da permettersi di campare di rendita per il resto della vita. A questo punto John, non potendo più gestire la concorrenza, chiuse l’attività.

sabato 18 febbraio 2012

Schettino e Arlecchino

Pare che per questo carnevale l'ultima moda sia vestirsi da Schettino.

In tutta Italia i vestiti da ufficiale di marina stanno andando a ruba: "Ne abbiamo venduti 30 in una settimana e il mio fornitore mi ha detto di averli quasi finiti", ha detto un negoziante di Milano.

Un formidabile segno dei tempi.

La mia generazione per il martedì grasso si vestina da Arlecchino o da Pulcinella, con i più trasgressivi che arrivavano conciati da Rusty (quello di Rin Tin Tin).

Ma se uno si fosse truccato, che so, da Lorenzo Bozano, sarebbe passata la neuro e se lo sarebbe portato via. Amen.

Oggi, invece, può succedere che qualcuno, vestendosi come zio Michele da Avetrana, vinca pure il premio come miglior maschera in qualche sfilata di paese.

Come se la popolarità dell'essere passato in tv cancellasse ogni distinzione etica tra tragedia e normalità, rendendo tutti degni di diventare maschere. Buoni, cialtroni e assassini.

Tutti uguali nel brodo di cultura di questi tempi confusi, dove si fa per forza fatica a seguire una rotta. Vabbuò.

lunedì 6 febbraio 2012

La capitale nella bufera

L'inspiegabile fenomeno metereologico (sul quale si stanno confrontando le ipotesi degli scienziati romani) si è verificato nella notte fra il sabato e la domenica.

Sembra si sia trattato di una precipitazione atmosferica di natura solida, cristalli delicatissimi sotto forma di piastrine o stelline, da non confondersi con la manna. Al nord la chiamano neve.

Caratteristica della neve è che copre con un manto candido tetti, alberi, strade, che i pedoni possono scivolare e rompersi un femore. Può accadere che le bottiglie di latte fuori dalla finestra si spacchino o spingano in su il tappo, il che non è un miracolo di San Gennaro, ma una conseguenza dell'aumento del volume del liquido contenuto.

Le società industrializzate hanno da tempo affrontato il curioso fenomeno della neve: i marciapiedi vengono ripuliti dai portieri degli stabili armati di arnesi comunemente chiamati badili. Automezzi provvisti di lame d'acciaio raschiano le strade sulle quali viene inoltre sparso il sale, un minerale che si trova in commercio e che ha il singolare potere di sciogliere il ghiaccio. Gli automobilisti attrezzano inoltre le gomme con apposite catene. Con questi accorgimenti la vita continua.

A Roma invece non lo sapevano e la città è rimasta paralizzata da alcuni centimetri della infida sostanza.

L'assenteismo fra i dipendenti statali è stato valutato nel 60% e forse quelli che si sono presentati rivendicheranno l'indennità di marcia disagiata.

Tra i cittadini più traumatizzati dal fenomeno, gli autisti degli autobus che scendevano sgomenti, ho innestato la marcia ma non va, eppure le ruote girano.

Anche le forse dell'ordine, in difficoltà, si sono scambiate drammatici dispacci: "Ho sterzato tutto a destra ma la vettura prosegue dritta".

Così come nell'alluvione di Firenze venne girato un memorabile documentario commentato da Richard Burton, anche sul bianco blackout di Roma si sta preparando un filmato. Lo commenterà Woody Allen.

mercoledì 1 febbraio 2012

L'isola dei riciclati

Chi dice che questo è un Paese che non sa riciclare non ha la tv in casa.

Passi per Marzullo e Costanzo, ormai stagionati come il patanegra, ma cos'altro è "L'isola dei famosi" se non una saga del rifiuto riutilizzato?

Vedere Valeria Marini bagnarsi nelle onde, oggi più che al sex simbol rimanda alle armonie delle cassapanche rococò; Carmen Russo (che se non fosse per il seno di stagno sarebbe indistinguibile dal marito Enzo Paolo) fa la finta oca da quando al "Drive in" si arrivava con l'Alfasud mentre Flavia Vento persiste nel suo nulla vintage.

Non si salvano certo gli uomini: Malgioglio pare la caricatura venuta male di Nicoletta Orsomando mentre Otelma non azzecca una profezia dai tempi di Bonanza.

Il tutto condotto da un'improponibile Luxuria che si voleva nuova Nilde Iotti e invece si ritrova Daniele Piombi de noantri.

Questa è la Rai di oggi. Grande saga del riciclo, per vedere la quale si versa pure il canone. I termini per pagarlo, fra l'altro, son scaduti ieri. Il guaio è che i palinsesti sono andati a male da un pezzo.

giovedì 26 gennaio 2012

giovedì 19 gennaio 2012

Rating e capitalismo: ogni agenzia fa vincere il proprio Paese!!

«Nient'altro che la verità, il credito, l'imparzialità». Dagong, l'agenzia di rating cinese, non lascia scanso ad equivoci: i voti che assegna in giro per il mondo – annuncia nella prima pagina del suo sito Internet – non sono altro che la verità.


Ma anche Kroll Bond Rating, agenzia di valutazione americana creata da una costola della famoso gruppo di investigazione, non scherza in quanto ai motti: «A differenza delle altre agenzie – spiega nel suo sito Internet – le nostre metodologie di valutazione si basano sulla filosofia dello scetticismo, su sofisticati modelli, sua una diligente attività di investigazione». Tanto di cappello, c'è veramente da fidarsi.Ma messaggi simili si vedono un po' su tutte le home page delle innumerevoli agenzie di rating che sentenziano in giro per il mondo: anche la stessa Moody's, che si autodefinisce «una componente essenziale dei mercati globali», non lesina la modestia.


E non lo fa neppure A.M. Best, valutatore americano dedicato al settore assicurativo, che si presenta con questo motto: «I migliori rating e le migliori analisi». Peccato, però, che le «verità» di tutti questi valutatori siano tutte diverse le une dalle altre. E peccato soprattutto che troppe agenzie cadano nel "vizietto" di concedere rating un po' più benevoli al proprio Paese rispetto agli altri. Basta mettere a confronto le pagelle di alcune delle innumerevoli agenzie (se ne contano a decine in ogni parte del mondo, anche in Sud Africa e in Sud America) per capire cosa siano i rating: semplici opinioni. Tutte diverse.


Casa dolce casa


Dagong, l'agenzia di rating cinese, assegna per esempio una patriottica "Tripla A" alla Cina. Insomma: agli occhi degli analisti locali, la Repubblica Popolare è solida come una roccia. Tanto forte che più volte, in diversi comunicati stampa, Dagong ha confermato e stra-confermato quella "Tripla A". Ben meno forti sono invece gli Stati Uniti, che – secondo la verità degli analisti di Dagong – meritano una misera "A" con prospettive negative: si tratta di cinque gradini in meno.


Ovvio, si dirà: gli Usa hanno un debito pari al 100% del Pil.La stessa ovvietà, però, tanto ovvia non è per Moody's. L'americanissima agenzia di rating quotata a Wall Street sembra infatti restituire il favore alla concorrente cinese: secondo i suoi analisti sono gli Stati Uniti a meritare la "Tripla A" (seppur con prospettive «negative»), mentre la Repubblica Popolare si deve accontentare di una più modesta "Aa3". Cioè tre gradini sotto il paradiso.


Standard & Poor's, nonostante la nazionalità statunitense, ha avuto il coraggio di bocciare la madrepatria a "AA+". E già c'è chi, sui blog, la "bolla" come vicina ai Repubblicani. Ma comunque anche S&P non va oltre la "AA-" quando valuta la Cina.Anche i Giapponesi non si tirano indietro nel campanilismo. Indovinate che giudizio assegna la Japan Credit Rating al proprio Paese? Una "Tripla A", che domande. Poco importa se il Giappone abbia un debito pubblico pari al 233% del Pil (stima del Fondo monetario internazionale): una sana "Tripla A" non si nega mai al proprio governo. Sarebbe scortese. A onor del vero, la Japan Credit Rating è anche l'agenzia più benevola con l'Italia: secondo i suoi analisti anche il nostro rating vale un'altissima "AA". Sarà che di fronte a una "Tripla A" assegnata al Giappone, non potevano buttare l'Italia troppo in basso: in fondo Roma nuota "solo" in un debito pari al 120% del Pil.


Un po' più cauta è invece l'altra agenzia giapponese, la R&I: ha appena declassato il proprio paese alla "AA+". Cioè un gradino sotto la "Tripla A". Per contro, però, R&I si sfoga contro la Cina, valutata solo "A+": si tratta dello stesso voto che i suoi analisti assegnano anche all'Italia. Insomma: ai loro occhi la crisi italiana non è molto dissimile dal miracolo cinese. Ora non resta che creare un'agenzia di rating europea. O (perché no?) solamente italiana: chissà che, in questo modo, anche per noi non possa arrivare presto una credibilissima "Tripla A"...


Ognuno dice la sua


Le decine di agenzie di valutazione che girano sui mercati finanziari, in realtà, litigano anche quando valutano gli altri. Basta confrontare i rating che vengono assegnati a un Paese come l'Italia, per capirlo: «Il Sole 24 Ore» ne ha confrontati sette, trovando cinque diverse valutazioni. La cinese Dagong è la più severa, dato che all'Italia assegna una "BBB" con prospettive negative: due passi soli dai rating speculativi. Proprio ieri la stessa Dagong ha sentenziato che i debiti dei Paesi europei nel 2012 diventeranno «ancora più insostenibili».In questo giudizio i cinesi sono in sintonia con gli americani di Standard & Poor's, che pochi giorni fa hanno declassato mezza Europa e l'Italia al livello "BBB+": un solo gradino sopra i severi cinesi. Fitch e la canadese DBRS sono i più benevoli con il Belpaese, dato che ci tengono nel campo delle "A".


Ma gli analisti che più si fidano di noi, come detto, sono i giapponesi. E disparità simili ci sono nei confronti di tanti altri Paesi: anche la Spagna ha cinque rating diversi su sette agenzie.Le differenze sono facilmente spiegabili: ogni agenzia ha i suoi metodi di valutazione. «C'è poi anche una differenza culturale che separa gli analisti in Cina o in Europa», osserva un ex dirigente di uno dei big delle pagelle. Ma forse la spiegazione è anche un'altra: le agenzie vengono pagate in gran parte dalle società che devono valutare e in parte minore dal mercato. Poche agenzie si fanno pagare esclusivamente dal mercato: per esempio l'americana Egan-Jones. Questi diversi "committenti" possono creare differenze di "vedute"? Le agenzie lo negano. Tanti lo temono.Sta di fatto che, a prescindere da chi le paga, la domanda è: come fa il mercato, e soprattutto l'intera industria del risparmio gestito, a basare tutte le strategie di investimento solo sui rating? Anzi: solo sui giudizi di tre (Moody's, S&P e Fitch) delle innumerevoli agenzie?


Fonte: il Sole 24ore del 19/01/2012

domenica 8 gennaio 2012

Poveracci a Cortina

La vicenda di Cortina e del blitz della Finanza sembra uscita davvero da un cinepanettone fetecchia di De Sica & C: nulla tenenti con Porsche al seguito, negozi che aumentano del 400% gli incassi.

L'impressione è che l'evasione si pratichi d'Ampezzo in tutta Italia e che, nel caso, a fare la settimana bianca ci fosse parecchia gente abituata al nero. Tant'è.

In questi giorni però, contro il blitz si sono schierati in parecchi. Massimo Boldi (uno del cast) ci ha rivelato ad esempio che "molti di quelli che si fanno vedere col macchinone a Cortina sono spesso dei poveracci" (chissà come considera costui chi villeggia in Dacia al Calambrone), mentre il sindaco ha tuonato contro "l'operazione da stato di Polizia", facendo sponda agli albergatori che gridano: "Ora qualcuno dovrà pagare i danni".

Mai nessuno, ovviamente, fra chi non ha una busta paga da dipendente, che consideri naturale in questo Paese pagare semplicemente il dovuto.

Come se davvero l'Italia fosse altro che un enorme cinepanettone. Uno sbracato film d'evasione. Fiscale.