giovedì 16 dicembre 2010

Quei talebani del volante sepolti da due fiocchi di neve

Gomme speciali, Suv a trazione integrale, ma appena le strade si imbiancano è panico totale. E in montagna è anche peggio.

Assembramento e code sono paragonabili solo all'uscita dell'ultimo Harry Potter o del nuovissimo iPad. Ma le code che si susseguono da settimane sono di auto e la meta è una casa del pneumatico. Si cercano disperatamente gomme termiche. Si comincia la mattina alle 7, e la sera si lascia l'auto rincasando in taxi. Le prenotazioni telefoniche sono implorazioni, le risposte sono le stesse: dobbiamo prima smaltire quaranta macchine, la porti stasera e ci lasci le chiavi. Ma la vera risposta dovrebbe essere: perchè non ci ha pensato un mese fa?

Enzo Ravagli, gommista di lungo corso, conferma: "E' da ottobre che avvertiamo i nostri clienti, mettete avanti le mani, cioè le gomme. Quasi tutti hanno tirato a campare e ai primi meteo con neve sotto i mille, con annuncio di super contravvenzioni a chi viene beccato senza catene a bordo o senza termiche, si è diffuso il panico. Ma anche le autorità che minacciano sfracelli di multe potevano darsi una mossa prima, mettendo in preallarme automobilisti e noi gommisti. Diamine, col digitale terrestre è da un anno che rompono i timpani".

Tant'è: ci autocelebriamo come i più estrosi guidatori d'Europa ma spesso naufraghiamo nei centimetri di neve che insidiano le nostre settimane bianche. Si salvano i guidatori vaccinati da decine di inverni polari, ma non gli imbranati delle generazioni recenti che comprano le catene, ma poi non sanno come e quando montarle. Non certamente al primo tornante quando l'auto si mette di traverso, e si estraggono affannosamente dal baule valigie, borse, slittini, scarponi, moon boot, panettoni, spumanti. Finchè salta fuori la confezione di plastica con le catene. Ho visto intrepide fanciulle lavorare sulle gomme anteriori di auto munite proditoriamente di trazione posteriore, o viceversa. Basta una decina di simili campioni e intere vallate si paralizzano e, invece del profumo delle abetaie, esalano i fumi delle tangenziali. Poi ci sono i piloti lassù in plancia, al timone degli incrociatori chiamati Suv, sorvegliati speciali dagli assessori al traffico perchè inquinano e ingombrano il triplo di una citycar. Anche loro non fanno una gran figura sulla neve. Credono che 4x4 sia una cabala, l'antidoto assoluto contro neve e ghiaccio: non sospettano che anche un gippone può diventare un bob se, anczichè sfiorare accelleratore e freno a piuma d'oca, li trattano a mazzate. Un ufficiale della Stradale si mette le mani nei capelli, raccontandomi che nelle valli alpine si fanno più kristiania sulle strade che sulle piste e che il vero problema delle stazioni invernali non sono le scuole di sci ma le scuole guida.

Accade insomma ciò che il mensile Quattroruote ha documentato qualche anno fa provando una dozzina dei Suv più blasonati sulla neve d'alta quota. Foto impietose mostrano grupetti di volenterosi che spingono i superbi mostri incapaci di superare lo stretto tornante o di ripartire in salita (fra la sparuta pattuglia di integrali che si salvano, svetta la Panda, poco fumo e molto arrosto). Gli esperti spiegano che i Suv sono penalizzati dalla mole e precisano che con pneumatici da neve è tutta'altra musica. Però a questo punto il profano riflette: uno investre un capitale in un mausoleo a trazione integrale, convinto di evitare la noia di montare catene da camion o, peggio, di perder tempo e denaro per sostituire le gomme da 200 all'ora con quelle artigliate e poi si pianta come una banalissima giardinetta (ma allora a cosa serve un 4x4? non certamente per infargarsi la domenica in percorsi di guerra con guado di torrenti).

La psicologia degli italiani è insondabile: abbandonano le città con allarimi rossi da smog e si presume che in montagna cerchino una boccata di ossigeno. Nobile aspirazione che sarebbe realizzabile, se lasciassero l'auto nel garage o nel parking dell'albergo e raggiungessero le piste a bordo di skybus. Invece il distacco dal proprio mezzo è così straziante che vogliono arrivare agli impianti in macchina. La parcheggiano con allucinanti manovre a slalom e lo skybus non passa più. Valico bloccato, le marmitte fumano e i nostri eroi aspirano. Prendono il fuoristrada anche per andare in discoteca, che dista trecento metri, e lo posteggiano dove capita, meglio se intrepidamente impennato su un cumulo di neve, così anche le ragazze capiscono che razza di maniaco è il pilota.

I pochi temerari che vanno in montagna per scarpinare si avventurano in fila indiana, terrorizzati dai guidatori da rodeo che fra l'altro lasciano una scia puzzolente (più l'aria è terza e più risalta il tanfo in cui viviamo sepolti in città, ormai senza accorgercene). Il sogno segreto di questi talebani del volante è evitare il pigia pigia in funivia e trovare un parcheggio panoramico. Ai piedi del Sassolungo o delle Tofane.

mercoledì 15 dicembre 2010

... e Fini creò il caos per niente

Oggi le notizie dei giornali sono tutte focalizzate sulla non caduta del governo e sugli incidenti di Roma... e il primo pensiero è questo: se Fini stava al suo posto non si passava un mese a parlare di "Fiducia sì, fiducia no" e si parlava di cose serie e, molto probabilmente, non ci sarebbe stata tutta quella guerriglia per Roma.

Comunque vi lascio con il monologo super spassoso di Crozza e una intuizione di Totò sull'esito della fiducia.



martedì 14 dicembre 2010

Le finte ubriache

Oggi spolvero un video dove si parla delle finte ubriache, categoria di persone in aumento per mettersi in mostra ad ogni costo.