domenica 4 marzo 2012

Costa Concordia show

I nove indagati non c'erano e anche di naufraghi non se ne sono visti molti. In compenso, ieri a Grosseto c'era una legione di giornalisti e una folla di curiosi. Tutti insieme a dare vita al "Costa Concordia show".

Sì, l'incidente probatorio, che i giudici non a caso avevano organizzato in un teatro, si è da subito trasformato in un banale happening mediatico.

Misteri da svelare non ce n'erano, tantomeno il bisogno di testimoniare qualsivoglia solidarietà.

Quella folla era lì, semplicemente, come qualche mese prima aveva presenziato ad Avetrana davanti al cancello di zio Michele e, prima ancora, a Cogne o a Garlasco.

Il turismo delle tragedie, che ruzza con la morte come se il dolore fosse solo un ingrediente naif del reality chiamato vita.

Dicono ci sia una chiave per leggere tutte le cose: nel caso, l'impressione è che questo sia un Paese che ama guardare le cose dal buco della serratura.

Il buongusto? In rotta di collisione con un'Italia alla deriva.