venerdì 17 settembre 2010

Cimitero islamico: sì, ma con polemiche

Il Consiglio comunale ha pronunciato il suo primo "sì" alla nascita di un cimitero islamico in città. Il voto è avvenuto nella seduta del 15 settembre, nell'ambito della discussione sul progetto per l'allargamento del camposanto comunale. Il piano presentato dall'assessore all'edilizia cimiteriale prevede un ampliamento totale di alcune migliaia di metri quadri. Più o meno 2mila e 500 potrebbero essere riservati ai defunti di fede musulmana. Il condizionale è ancora d'obbligo, visto che il Consiglio comunale potrebbe tornare a pronunciarsi su quest'aspetto specifico del piano, una volta definito il progetto esecutivo.

"E' il minimo che si possa fare - dice il capogruppo di Forza Italia, Alessio Bartolomei, il più battagliero sulla questione - Così come progettato, quello pistoiese sarebbe il cimitero islamico più grande d'Italia, perfino più di quello di Torino, dove i musulmani sono ovviamente molti di più. Pertanto, comunque la si pensi, non è possibile che questa scelta venga gestita alla chetichella dalla Giunta senza ascoltare la città. Se ciò dovesse avvenire - dice Bartolomei - ricorreremo a un referendum fra i pistoiesi". Il progetto di ampliamento generale è stato approvato con i 21 voti favorevoli del centrosinistra, le astensioni del gruppo Verdi-Arcobaleno e il voto contrerio di Udc-Pdl. Assente la rappresentante della Lega Nord.

L'idea di riservare uno spazio agli islamici, anticipato a luglio dal nostro giornale ("La Nazione"), sta facendo discutere la città. La comunità nusulmana, composta per lo più da nordafricani, lo chiede, senza successo, da diversi anni. "Siamo costretti a tumulare i nostri morti nella loro terra di origine con costi che spesso sfiorano i 5 mila euro" è stato detto da alcuni esponenti. L'oggetto del contendere è solo in parte il cimitero islamico. Fra i principali motivi di polemica il "divisorio" che gli islamici chiedono per differenziare le tombe con quelle dei cristiani. "Non si deve necessariamente costruire un muro - hanno fatto sapere gli esponenti della comunità islamica - basta soltanto una separazione fatta di alberi". Questo aspetto sarà messo a punto soltanto in un secondo momento. Intanto, l'assessore Paolo Lattari difende l'idea che ha portato ieri in Consiglio "Nella zona ovest, dopo l'ampliamento, gli uffici tecnici hanno elaborato anche uno spazio dedicato alle sepolture di altre professioni religiose, perchè ogni religione ha le sue usanze e le sue tecniche di sepoltura. In una società multietnica è normale che questo avvenga, non dimentichiamoci che si è pensato anche agli spazi di sepoltura per gli animali".

A difendere la possibilità della nascita di un cimitero islamico, anche la Camera del lavoro. Siamo contrari alla realizzazione di un cimitero islamico separato, ma favorevoli alla realizzazione all'interno del cimitero civico esistente, di una sezione riservata alle sepolture con rito islamico e accessibile a tutti - ha detto Fabio Capponi della segreteria provinciale Cgil e responsabile dei settori stranieri e immigrazione della Camera del lavoro -. Una sezione che consenta ai credenti di poter celebrere i propri morti secondo il rito dettato dalla propria confessione che prevede, per esempio, che la testa del defunto sia rivolta verso La Mecca.

lunedì 13 settembre 2010

Più variabile del tempo

Ormai sono più alterno delle luci ad intermittenza... un po' come il tempo che d'ora in avanti si preannuncia più che variabile (visto che è autunno).

In ufficio c'è stato il tecnico che doveva riconfigurare il server e dopo una mattinata con i computer initilizzabili si torna tutti a casa e, quando si ritorna in ufficio ovviamente il computer che ha i maggiori problemi è il mio... problemi risolti soltanto stamatina.

Non è che sono rimasto con le mani in mano... avevo solo dei problemi iniziali per entrare nel programma che uso per la contabilità (risolto giovedì stesso per telefono) e poi solo dei problemi di stampa... che tra l'altro avevano "chiuso le porte" alla stampante ad aghi (la mia) che ha già detto che dovrà scomparire nell'arco di un anno, scatenando l'ira del mio "capo", visto che per stampare i mastrini (non sto a spiegare cosa sono in questo post) di alcune ditte ci vorrebbero 5-6 risme di fogli (ai quali andrebbe aggiunto il costo del toner).

Comunque... fine settimana bello ma niente mare; siamo ritornati al rituale calcetto del sabato e alla solita domenica calcistica, condita da una sempre buon cena al Buongustaio.

Comunque c'è chi se l'è passata peggio... io non c'ero alla scena, ma vi riporto un "articolo" di chi la scena se l'è gustata ben benino.

"Il metascherzo. Per uno scherzo oltre la burla

Signori, vi prego di considerare quello avvenuto il 12-09-2010 non solamente un banale e comune scherzo.

E' stata in primo luogo una grande riflessione sulla bvrla e svi meccanismi dell'vmorismo.

Partendo da uno scherzo un po'caciarone , una volgare spiettata di clacson che avrebbe condannato il povero Alberto ad una notte con tutti i cuccioli del canile, è nato l'esperimento per eccellenza sull'umorismo.

Immaginiamo cosa potrebbe succedere se ,dopo tale scherzo, parte il messaggio " A casa mia non ci venite più sia ben chiaro".

I nostri amici potrebbero semplicemente tornare a casa con la coda tra le gambe e qualche minuto di risata all'attivo; ma non accontentandosi parte un messaggio intriso di candore ,dal cellulare del Cerri ,("Perché?") e dal sapore di pernacchia.

"Così imparate a suonare il clacson" è la pronta, saggia e bilanciata risposta.

Qui l'umorismo di solito getterebbe le armi a terra e lo scherzo finirebbe. Ecco invece che comincia il grottesco, e si comincia a pensare in primo luogo alla filosofia del preparare burle, ad un'idea pirandelliana dello scherzo.

Lo scherzo durante il sonno è possibile, ma sarebbe solo uno dei tanti ed oltretutto verrebbe probabilmente scoperto vista la prevedibilità dell'idea. Già è proprio la predibilità dello scherzo il tema di questo episodio, la colonna portante di tutta quella farsa messa in piedi: sarà uno scherzo in cui ognuno già conosce la sua parte e la recita, in modo perfetto, monotono e nonostante tutto divertente; grande comicità, come Tom&Jerry o Willie Coyote e Beep beep: si sa già cosa succederà, ma nonostante tutto si ride.

E così viene gettata la lenza senza il verme: Lucchesi fa nascere l'idea di mandare un messaggio ad Alberto, facendo finta di volerlo mandare a Vannucchi; un messaggio che è una lettera fra congiurati, il segnale di inizio dello scherzo.

"Luca, vieni al campino che si vuole fare lo scherzo al Maffo".

E qui tutti sono con il fiato sospeso: il pesce sbarberà amo, piombi e lenza così per divertimento, credendo che non ci sia alcun pescatore dietro che abbia potuto mettere il verme, o un errore così marchiano suonerà strano ed il pesce non abboccherà? Eppure in questo scherzo c'è l'esatta consapevolezza di come agirà la preda, sembra tutto governato da forze ineluttabili cui i nostri protagonisti non possono sottrarsi, anche se possono prevedere gli esiti.

Quando arriva un messaggio, nessuno fiata. "Grazie per il consiglio." Ami, piombi, lenza, galleggiante, mulinello, canna e anche lo sgabello del pescatore.Ma i nostri prodi Sampei sanno che ciò che ha abboccato tiene l'amo in bocca senza trapassarsi, pronto a mollare tutto al primo segnale per attaccare il pescatore che entra in acqua.

Le macchine sono lasciate lontano dalla casa, sul Viale Adua o all'imbocco della via, e le manovre di avvicinamento sono un classico: si passa dal vivaio davanti alla casa, da dove si ha una visione perfetta dell'aia senza essere visti.

C'è una luce in cucina, con le persiane chiuse, dove prima era buio: ci sta aspettando; c'è chi vede una tenda, chi qualcuno che scruta, ma è oramai chiaro che i cacciatori sono dentro la tana e possono essere preda. Il confine tra il mangiare e l'essere mangiato è estremamente labile, solo la prontezza di riflessi e l'estro decreteranno chi vince e chi soccombe.

Il Fanta ha l'idea del secolo e tira un pallone in mezzo all'aia con forza.

Ed accade tutto quello che i nostri amici si erano aspettati, il copione è rispettato, le previsioni giuste, le maschere non sono uscite dal ruolo consueto, tutto è ricondotto all'ordine: la persiana si apre e la testa esce a scrutare i dintorni.

Ora il predatore sa che i cacciatori sono nel suo territorio, con una luce spenta è subito fuori di casa e resta solo da darsela a gambe tra le piante per riportare la pellaccia a casa.

Se oggi sono qui a raccontare questa storia, beh, provate a dire chi cel'ha fatta.

Chiamatemi Ismaele."