lunedì 9 maggio 2011

Chi fa da sè fa per tre!!

Riporto un articolo che ho letto in questi giorni che parla di come una singola persona in molti casi sia più forte di un'organizzazione di persone... lo riporto perchè mi sembrava un articolo carino ed interessante da leggere.

"Anche gli eventi più traumatici, le situazioni più problematiche, le sfide più difficili... raramente danneggiano DAVVERO un individuo. Certo, possono ferirlo... possono farlo star male, ma difficilmente causano un danno permanente.

Le persone possono sopravvivere ai più devastanti disastri naturali e mantenere un equilibrio mentale quasi inalterato. E riprendersi presto. Ma le relazioni possono essere distrutte da una sola, singola parola... da una unica azione, o da una unica non azione. E questo ha delle implicazioni importanti sulle e nelle organizzazioni di persone, e negli ambienti di lavoro. Soprattutto nelle piccole organizzazioni.
Ed infatti molte piccole società falliscono a causa di relazioni che non vanno più bene tra i soci.

Di solito è condivisa tra le persone l'idea di percepire i propri simili come 'fragili', e questo porta a considerare persone che hanno avuto un'esperienza traumatica come se fossero una specie di 'oggetti danneggiati', che non funzionano più bene.

E semplicemente... non è così. Non è che magari non soffrano, ma spesso non 'funzionano' molto peggio di come funzionavano prima. Le persone sono molto più forti delle organizzazioni.
Ed il motivo per cui non riconosciamo la vulnerabilità e la fragilità intrinseca delle organizzazioni è che difficilmente ci rendiamo conto che le RELAZIONI che costituiscono una organizzazione sono REALI. Sono quasi... solide, cose esistenti e con una propria identità.

Anche persone esperte di dinamiche dei gruppi o lavorativa spesso tendono a considerare una organizzazione più come una unione di persone che altro.
Ma le relazioni, i collegamenti che costituiscono l'organizzazione sono assolutamente reali ed hanno una vita propria.
E determinano in grande misura quello che sarà il comportamento ed il carattere della struttura... e il comportamento delle persone che fanno l'organizzazione.

Vale la pena di dedicarci delle attenzioni :)"

domenica 8 maggio 2011

Preghiere on demand

Vedo che ancora continuano sulla stampa locale gli strascichi sulla vicenda della “preghiera modificata”: via Gesù e al suo posto Dio. Non ero intervenuta subito nella polemica proprio per evitare strumentalizzazioni, ma francamente mi sento spinta a farlo dopo aver letto il commento del Vicario. Una risposta che a dir poco mi ha sorpreso. Non credo che la maestra con la sua scelta avesse in mente la Trinità, evocata dal Vicario probabilmente per minimizzare e per mettere tutti d’accordo. Perché allora visto che Gesù è Dio ed è anche Spirito Santo, non ha sostituito la parola Dio con Spirito Santo? Chissà, avrebbe incontrato ancor più il favore dei non cattolici.

A quando le preghiere con dei puntini da riempire come meglio si crede?
Il problema non è tanto nella scelta, secondo me sbagliata e ridicola della maestra, ma nel fatto che ormai stiamo veramente perdendo il senso delle cose, del ridicolo appunto, e in primis della fede che deve essere comoda e ruffiana con lieto fine.

Questo piccolo avvenimento ha prodotto un risultato che è la dimostrazione di come sia sempre più diffusa la concezione miope e distorta della laicità.
Una visione secondo la quale fare esplicito riferimento alla nostra religione significa per ciò stesso essere intolleranti, creare discriminazioni.

Piaccia o meno, bisogna prender atto che ci sono due pesi e due misure.

Come ho già scritto in occasione dell’assassinio del ministro pachistano Bhatti che si era fortemente battuto a difesa di Asia Bibi, la cui vicenda ha avuto scarsissima risonanza al confronto di quella di Sakineh: quei mezzi di comunicazione, così solerti di fronte a qualsiasi problema, come mai sono così silenziosi quando le vicende riguardano i cristiani?

Non una parola sulla discriminazione dei cristiani! Anziché gridare il proprio sdegno e la propria condanna, si sta zitti !
Non vergogniamoci delle nostre radici giudaico-cristiane e abbiamo il coraggio di scegliere se recuperare la fede nei nostri valori non negoziabili oppure scendere lungo la china del relativismo , del buonismo e della propaganda politicamente corretta.

Daniela Simionato